Dolomiti di Sesto – Alla ricerca delle Drei Zinnen

Giorno 1

Abbiamo improvvisato questo viaggio approfittando di un breve periodo di riposo infrasettimanale: ciò ci ha consentito di evitare la “bolgia” del weekend e di godere di panorami sensazionali, grazie anche alle buone condizioni meteo. Purtroppo quest’anno (2015)  la neve si è fatta desiderare e ha creato un paesaggio strano caratterizzato dai colori bianco ottico delle neve e giallo “secco” dell’erba riarsa dalla siccità.

Partiamo da Treviso alle 8: il viaggio prevede un tratto di autostrada (A27) con uscita al suo termine (Belluno) per poi proseguire lungo la statale che porta ad Auronzo (attenzione a non finire a Cortina!) e poi al Passo Monte Croce. In circa 2h15m si arriva ad Sesto, immediatamente dopo il Passo.

L’impressione iniziale è di essere in Austria, e così è! Abbiamo infatti scoperto che, almeno geograficamente parlando, saremo in Austria, in quanto i comuni di Sesto e San Candido fanno parte del bacino idrogeologico della Drava, che sfocia sul Danubio. Tutto il paesaggio suggerisce Austria: le finestre delle case sono bianche e rosse, sventola la bandiera con l’usbergo degli Asburgo, i negozi riportano le scritte Backerei. Nulla di diverso dal solito Alto Adige, ma ci pare quasi più austriaco del solito.

Decidiamo di trascorrere la nostra prima giornata in Val Fiscalina, con una bellissima camminata verso il rifugio Fondovalle.

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Abbiamo prenotato una zimmer in una Gasthaus sul Monte Elmo, che si erge sopra Sesto (dieci minuti di macchina con tornanti). Il nome dell’albergo è Gutl Heini: ci apre la porta la tipica signora austriaca montanara, gentile ma asciutta. Ci fa salire una scala di legno e ci accompagna in camera: non potevamo chiedere di meglio!  La camera è tutta coperta di legno e ha il bagno privato. Semplice e pulitissima. La signora ci dice che per mangiare possiamo andare al vicino Hotel Panorama che ha un buon ristorante oppure scendere in paese. Ci rendiamo conto che il panorama da quassù è straordinario: abbiamo davanti ai nostri occhi la famosa “Meridiana di Sesto”, di cui capiremo il significato l’indomani.

Ci riposiamo un po’: siamo in viaggio senza sosta da ore e ci concediamo un break. Alle 18 usciamo di nuovo in direzione San Candido. Lungo la strada la temperatura scende molto: sono già -5°C e ci ricordiamo di fare diesel artico per evitare il congelamento. Fra Sesto e San Candido c’è un unico distributore di benzina, tra l’altro parecchio caro! In circa un quarto d’ora siamo di fronte alla pista da sci illuminata a giorno (il martedì sera si può sciare in notturna). Parcheggiamo vicino alla stazione (1 euro/ora) e ci addentriamo nel paesino di San Candido che è delizioso! Il centro è zona a traffico limitato ed è pieno di negozi carini. Ci imbattiamo subito nel Wachtler che uno di noi due ha definito “la rovina di noi uomini”. Al di là degli articoli natalizi è pieno di oggettistica per la casa, tutta sfiziosa: dalle lanterne alle coperte, dalle ciabatte in pelo alle porcellane, con prezzi abbordabili. Fa freddissimo e passiamo una buona mezzora a girovagare per il negozio con l’intento anche di riscaldarci.

Quando usciamo ci rechiamo in Piazza dove sono ancora allestiti i mercatini di Natale: le casette non sono molte e non si ripetono, nel senso che c’è la casa del cioccolato, quella della grappa, quella del formaggio… ed è una per tipo. A nostro avviso è carino perché è più intimo rispetto ai grossi mercatini di Bozen e c’è tutto. Molto caratteristica la parte che si trova dietro la chiesa, dove ci sono i banchetti di cibo e bevande calde: noi abbiamo optato per una patata calda ripiena di formaggio fuso e alle erbe, squisita!

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Quando usciamo dal dedalo dei mercatini ci accorgiamo che sono le 19 e che dobbiamo affrettarci a mangiare perché qui alle 21.30 è tutto chiuso! Ci rechiamo al Ristorante Kupferdachl che giudichiamo un buon compresso qualità prezzo: si mangiano piatti semplici e tradizionali a buon prezzo. Siamo stanchi, fra freddissimo e decidiamo di tornare in albergo: non possiamo affrontare la pista da slittino in notturna con questo freddo!


Giorno 2

Oggi è il giorno della grande escursione. Passiamo un buon quarto d’ora con il proprietario della Gasthaus che ci spiega in quali sentieri possiamo andare a passeggiare viste anche le condizioni meteo. Optiamo per la Nemesalm. Dopo una lauta colazione a base di pane, marmellata, yogurt e speck con formaggio, ci facciamo la sacca e partiamo. La macchina segna -11 °C ed è congelata (anche all’interno!): raggiungiamo il Passo Monte Croce Comelico e lasciamo la macchina al parcheggio di fronte agli impianti sciistici.

La passeggiata è mozzafiato e ci prende tutta la giornata.

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Quando arriviamo in macchina è buio e il termometro segna -9°C. Due turisti di Bologna ci chiedono un passaggio per Sesto perché non ci sono più autobus. Arriviamo in albergo stremati: alla fine della giornata il contapassi segnerà 18 km! Ripaga la stanchezza una stellata magnifica: dal nostro albergo si vede la Via Lattea!


Giorno 3

Dopo una nuova lauta colazione, questa volte con wurtsel e formaggio, prendiamo la direzione Lago di Braies attraversando San Candido e Dobbiaco (45 minuti di auto). Prima di arrivare al lago facciamo pit stop alla Metzgerei di Sesto per comprare salsicce, carne e lo speck cotto: saranno un salato ricordo di questa vacanza sulla neve!

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L’arrivo al Lago di Braies è quasi uno shock: sono -12°C e siamo all’ombra: paghiamo 4 euro per parcheggiare la macchina vicino all’albergo che si affaccia sul lago che di fatto è un blocco di ghiaccio sopra cui ci avventuriamo in camminata. Le montagne calano a picco nel lago. Bellissima la punta che si staglia di fronte a noi, maestosa e ricoperta di neve. Resistiamo poco a causa del freddo: risaltiamo in macchina e puntiamo Ponticello, punto di partenza di una camminata che raggiunge i 2000 m di altezza: Prato Piazza.

Visto il gran freddo, preferiamo prendere la navetta che ci porterà non lontano dal rifugio Vallandro.

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All’arrivo camminiamo lungo una mulattiera che in circa 45 minuti ci conduce dal Rifugio Prato Piazza al Rifugio Vallandro. Il panorama è spettacolare: non c’è una nuvola in cielo e le montagne parlano da sole. Davanti a noi il Cristallo e la Croda Rossa, vediamo anche lo spigolo di una delle Tre Cime, che però si fanno sempre desiderare. Ci abbronziamo sulle panche di legno e facciamo una partita a scopa. Il pranzo nel rifugio è frugale considerato il prezzo, e forse il personale non brilla per simpatia. Ciò nonostante il panorama vale tutto. Usciamo dal rifugio verso le 15: le nuvole hanno preso il posto del sole e si preannuncia una nevicata. Ripercorriamo la mulattiera e al parcheggio scopriamo che il pulmino di ritorno è pieno. Vediamo una macchina rossa in movimento al parcheggio: si può salire su Prato Piazza con mezzi proprio fino alle 10 in inverno. Chiediamo l’autostop e due gentili signori di Modena ce lo concedono, facendoci risparmiare una bella botta di freddo

E’ ora di tornare a casa: sulla strada del ritorno facciam una breve sosta per il classico struscio a Cortina. L’arrivo in città ci coglie un po’ impreparati. Siamo vestiti sportivi e alle 16 la gente già gira in pelliccia e scarpa firmata. Nonostante la bellezza incontrastata della valle d’Ampezzo la città non ha lo stile dei paeselli tirolesi che invece sono nelle nostre corde. Francamente restiamo un po’ delusi: ci ricordavamo qualcosa di diverso. Mangiamo un immancabile super bombolone al Panificio Averlà e ripartiamo alla volta di casa.

Siamo stanchi ma proprio appagati da questi paesaggi invernali così suggestivi. Ci ripromettiamo di tornarci per fare la ciclabile Dobbiaco-Linz (magari in discesa!). Aufwiedersen Pustertal!


App Consigliate:

  • Sentres: indicazione degli itinerari più belli, mappe dei sentieri (anche offline),
  • Meteo Altro Adige: grafica accattivante, previsioni affidabili
  • Waze: eccellente navigatore con info su traffico in tempo reale. Non troppo utile se al confine si deve spegnere la connessione dati

3 pensieri su “Dolomiti di Sesto – Alla ricerca delle Drei Zinnen

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